Il DHA, acido docoesaenoico, è un acido grasso che si trova naturalmente nel latte materno: al punto che le società pediatriche raccomandano alle donne in fase di allattamento il regolare consumo di pesce ricco di acidi grassi Omega-3 (DHA ed EPA), proprio per incrementarne i livelli nel latte. Le aziende produttrici di latte artificiale avevano presentato alla Commissioneeuropea una domanda per poter riportare sull'etichetta una dicitura che associava l'arricchimento con DHA allo sviluppo del sistema visivo. L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha validato gli studi clinici presentati e la Commissione ha ritenuto corretto autorizzare il claim. Questa scelta ha fatto arrabbiare l’Associazione internazionale per il sostegno dell’allattamento al seno (IBFAN) che si è mobilitata contro questa proposta. ( (il timore è che le madri possano essere incoraggiate a proporre ai figli il latte artificiale come alternativa all'allattamento al seno). Le istanze di IBFAN sono state condivisedalla Commissione ENVI (“Environment, Public Health and Food Safety”) del Parlamento europeo, che ha votato una risoluzione contro il claim, portata avanti dal Gruppo dei Socialisti e Democratici e in prima linea dalle deputate Glenis Willmott (GB), Daciana Sarbu (RO), Nessa Childers (Irlanda) e Karin Kadenbach (Austria). Le deputate esprimevano riserve sulla valutazione dell’Efsa e chiedevano ulteriori ricerche, considerando potenzialmente ingannevole la dicitura. Premesso che il latte materno è il migliore alimento che possa venire fornito ai lattanti, l’Assemblea di Strasburgo ha approvato la dicitura, nonostante il diverso avviso della Commissione ENVI, perchè il latte materno non è sempre disponibile e le mamme che usano latte artificiale possono scegliere i prodotti che offrono questo vantaggio. Dario Dongo Prevenzione del diabete di tipo 1 mediante latte idrolizzato(New England Journal of Medicine )Non si sa se avvenga per innesco di qualche reazione autoimmune, ma da alcuni studi pare che l’introduzione precoce nella dieta di proteine complesse derivate dal latte possa aumentare il rischio di sviluppare un diabete di tipo 1. Se questa ipotesi fosse confermata, la modifica della dieta nella primissima infanzia potrebbe essere in grado di prevenire l’insorgenza del diabete? Per rispondere a questo interrogativo è stato realizzato in Finlandia uno studio randomizzato, in doppio cieco, su 208 neonati a termine a rischio di diabete (in base al genotipo HLA e alla presenza in famiglia di almeno un parente diabetico): il gruppo di trattamento è stato alimentato con un latte in cui le proteine erano state idrolizzate quanto più possibile, mentre il gruppo di controllo ha ricevuto la solita alimentazione a base di latte vaccino. Lo studio è stato realizzato all’età di 6-8 mesi in quei bambini in cui l’allattamento al seno non era più disponibile. Durante il follow-up di 10 anni si è constatato che i bambini alimentati conlatte idrolizzato hanno sviluppato con una frequenza significativamente minore autoanticorpi associati al diabete (la presenza di un autoanticorpo è stata registrata nel 17% dei bambini del gruppo attivo e nel 30% di quelli di controllo; la presenza di almeno 2 autoanticorpi ha registrato rispettivamente la frequenza dell’8% contro il 16%). Il diabete di tipo 1 è comparso in 7 bambini trattati con latte idrolizzato e in 9 bambini del gruppo di controllo (la differenza non è significativa). Non sono stati registrati particolari effetti negativi. Il commento a questo articolo: L’idrolizzazione del latte comporta una minor incidenza di autoanticorpi contro le cellule β pancreatiche, anche se clinicamente l’insorgenza del diabete è solo in minima misura influenzata da questo dato. |