Il rischio è nell’anonimato
Il rischio c’è soprattutto quando si compra il pesce in filetti: il loro aspetto anonimo si presta facilmente a sostituziquesta inchiesta, condotta tra i banchi del pesce nella grande e nella piccola distribuzione (pescherie e mercati), quasi metà delle volte ci è stato venduto qualcosa di diverso da ciò che chiedevamo e che trovavamo riportato sull’etichetta del prodotto. Come dire: anche quando troviamo l’etichetta o il cartellino, quindi le informazioni sul pesce venduto, non possiamo comunque essere certi che dicono la verità su ciò che poi finisce nel nostro piatto.
Omissioni e scambi di identità
La modalità con cui avviene lo scambio può essere più o meno evidente e grave. A volte, la sostituzione di specie avviene a causa dell’omissione, volontaria o meno non ci è dato sapere, di una parte della denominazione del pesce. È il caso, per esempio, della cernia atlantica che ci è stata venduta come cernia; oppure, come dicevamo prima, del persico africano (meno pregiato) venduto come persico; o ancora del polpo messicano che è diventato semplice polpo (e a chi verrebbe in mente che il simpatico mollusco ha attraversato i sette mari per arrivare fino a noi?); o delle “seppie” che in realtà sono specie che arrivano dall’atlantico o dal pacifico. In altri casi la sostituzione è più grave e viene rifilato qualcosa di molto diverso. Per esempio, ci è stato venduto, al posto dei più pregiati cernia, persico e dentice, filetto di pangasio, pesce che viene allevato in Vietnam e di solito arriva in Europa già congelato (quindi è inquietante trovarlo in vendita come fresco, induce il sospetto di decongelamento). O ancora, smeriglio al posto del palombo. Mentre l’eglefino ha preso il posto del più ricercato merluzzo.
Per andare sul sicuro vai al supermercato
Campioni di scambio di identità, un po’ lungo tutto lo stivale, sono state soprattutto le pescherie e i banchi del pesce nei mercati rionali. Abbiamo riscontrato una maggiore attenzione e controllo, invece, nella grande distribuzione. Inoltre abbiamo notato che la pescherie in generale sono più care, anche quando vendono una cosa per un’altra, mentre nei mercati, anche se si rischia la fregatura, i prezzi restano decisamente più bassi. In entrambi i punti vendita, poi, capita ancora di non trovare le indicazioni obbligatorie per legge, cosa che invece non succede mai nella grande distribuzione.
http://www.altroconsumo.it/carne-e-pesce/filetti-di-pesce-non-e-quello-che-ti-aspetti-s302373.htm