Cos’è la salute
La salute, definita nella Costituzione dell'OMS (l'Organizzazione Mondiale della Sanità è stata istituita nel 1948 dall'ONU), come "stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia", è un diritto come tale si pone alla base di tutti gli altri diritti fondamentali che spettano alle persone.
In tale contesto, la salute può essere definita come una risorsa di vita quotidiana che consente alle persone di condurre una vita produttiva a livello individuale, sociale ed economico.
La traduzione concreta di tali dichiarazioni di principio è un processo complesso soprattutto quando le implicazioni per l'azione richiedono il cambiamento del nostro modo di pensare e di agire. In questo senso, per dare un impulso significativo al perseguimento della salute da parte dei governi, l’OMS ha cercato di intervenire, a partire dagli anni ottanta, con la strategia della "promozione della salute", nella consapevolezza che la salute è il risultato di una serie di determinanti di tipo sociale, ambientale, economico e genetico e non il semplice prodotto di una organizzazione sanitaria.
La promozione della salute
Il concetto di promozione della salute è stata codificata nel 1986 dalla "Carta di Ottowa", sottoscritta dagli Stati appartenenti all’OMS, come "il processo che consente alle persone di esercitare un maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla".
La promozione della salute mira, inoltre, a raggiungere l'eguaglianza nelle condizioni di salute, offrendo a tutti eguali opportunità e risorse per conseguire il massimo potenziale di salute possibile.
Oltre a rendere adeguati i contesti di vita per la salute, gli stessi individui e i gruppi possono diventare soggetti attivi nel perseguimento di uno stato di buona salute quando sono in grado di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, di soddisfare i propri bisogni, di modificare l'ambiente o di adattarvisi.
La promozione della salute non è responsabilità esclusiva del settore sanitario, dovendo coinvolgere anche i settori che influiscono sulla salute stessa con un approccio definito "intersettoriale" che preveda, cioè, l'intervento e il coordinamento di settori diversi dalla sanità (istruzione, cultura, trasporti, agricoltura, turismo, ecc.) per realizzare iniziative in grado di migliorare lo stato di salute della popolazione. Essa porta il problema all'attenzione dei responsabili delle scelte a tutti i livelli, invitandoli alla piena consapevolezza delle conseguenze sul piano della salute di ogni loro decisione.
L’educazione alla salute
L'educazione alla salute rappresenta il processo educativo attraverso il quale gli individui apprendono ad assumere consapevolmente decisioni utili al mantenimento ed al miglioramento della propria salute. Processo che continua per tutte le tappe della vita, migliorando le abilità per la vita quotidiana.
Per questo, a fianco della promozione della salute, l’approccio educativo è quello maggiormente utilizzato e preferito nell’ambito della salute, poiché cerca di modificare i comportamenti e tutti quei fattori quali atteggiamenti, e credenze che agiscono da mediatori per il comportamento.
Per l’OMS, l’educazione alla salute si fonda, in primo luogo, sull’interesse che i singoli manifestano per il miglioramento delle loro condizioni di vita e mira a far percepire agli individui, membri di una famiglia, di una collettività, di uno Stato, come i progressi della salute derivano anche dalla loro responsabilità individuale.
L’educazione alla salute, pertanto, non si occupa solo della trasmissione delle informazioni intorno ai fattori di rischio delle malattie, ma anche degli strumenti e delle strategie utili a rafforzare nei soggetti la motivazione al cambiamento, quest’ultimo inteso come profondamente influenzato dalle condizioni sociali, economiche e culturali. L’obiettivo non è solo quello di lavorare sul cambiamento degli stili di vita individuali: si tratta anche e soprattutto di promuovere azioni affinché le persone e le comunità possano definire i propri bisogni e di realizzarle creando ambienti favorevoli alla salute.
La legge dice che…
- A livello europeo, il DG Health and Consumers "Annual Managment Plan 2009" (cliccando su questo link puoi scaricare il pdf, 222Kb), individua come primo obiettivo "Increase consumer welfare through greater empowerment and effective protection".
- Il Piano Sanitario Nazionale 2003-2005 indicava, tra i progetti per la strategia del cambiamento, quello di "promuovere gli stili di vita salutari, la prevenzione e la comunicazione pubblica sulla salute".
- Il Piano Sanitario Nazionale 2006-2008 ha puntato nuovamente l’attenzione sul ruolo strategico della comunicazione organizzativa, soprattutto applicata alla prevenzione.
- Il Piano regionale per la Salute ed il Benessere Sociale 2006-2008 valorizza la comunicazione dei programmi di promozione della salute (ad esempio i corretti stili di vita) per giungere allo "sviluppo di un Piano regionale di comunicazione sociale per ridurre gli ostacoli all’accesso ai servizi, mediante l’attivazione di una strategia di informazione in una logica di rete".
- Il D.P.C.M. 4 maggio 2007 "Documento programmatico Guadagnare Salute" si configura quale intervento "multicomponenti", con attività di comunicazione e azioni per favorire i corretti stili di vita (eliminare il fumo, aumentare il consumo di frutta e verdura, ridurre l’abuso di alcol, facilitare la pratica di attività sportive; ecc.). Il Decreto così recita: "La comunicazione rappresenta una componente integrata degli interventi di prevenzione ed è uno strumento importante di informazione e conoscenza per le persone". Il tutto si concretizza attraverso piani di comunicazione specifici per ogni intervento e campagne informative che pongono il cittadino al centro delle scelte per la propria salute".