La Pace non significa solo l’assenza di guerra, ma la risoluzione dei conflitti da diversi punti di vista: economico, sociale, ambientale, culturale, ecc.. I conflitti emergono spontaneamente in una società in cui si confrontano diverse forme di “diversità”: di bisogni, di interessi materiali, di condizioni sociali, di religioni, di lingua, di opinioni, di carattere, di tradizioni…Ma qual è la vera origine dei conflitti? “i conflitti nascono nelle menti degli uomini, è proprio a partire dalle menti degli uomini che devono essere costruite le difese della Pace…”.(Costituzione UNESCO, 1945) Per un cambiamento significativo per l’umanità è quindi necessario promuovere una Cultura di Pace. È inutile negare che la caratteristica principale della nostra società non è proprio la disponibilità e l’apertura nei confronti degli altri… La tendenza è quella di preoccuparsi dei propri interessi trascurando il fatto che per raggiungere i nostri scopi abbiamo, di solito, bisogno degli altri. Aprirsi agli altri, rendersi disponibili è però considerato un segnale di debolezza. C’è la paura che qualcuno approfitti di noi e per questo guardiamo all’Altro come ad un nemico. Questo atteggiamento però va proprio nella direzione contraria dello sviluppo sostenibile, che non può prescindere dalla coesione e dalle relazioni positive fra le comunità. Secondo il Rapporto Globale sui bambini soldato del 2008 sono più di250.000 i minori che prendono parte ai combattimenti in 35 Paesi - utilizzati sia da parte degli eserciti governativi, sia da parte di gruppi armati di opposizione ai Governi; ben 120.000 solo nel continente africano. La maggioranza ha dai 15 ai 18 anni, ma alcuni hanno anche soltanto 10 anni e si registra una tendenza sempre più evidente verso un abbassamento dell’età media. Afghanistan, Burundi, Ciad, Colombia, Costa d’Avorio, Iraq, Liberia, Myanmar, Nepal, Filippine, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Sri Lanka, Sudan e Uganda, i Paesi nei quali si registra il numero più elevato di bambini e bambine-soldato. Per affermare pubblicamente la propria contrarietà all’utilizzo di bambini, bambine e adolescenti come soldati, la Coalizione Internazionale “Stop all’Uso dei Bambini Soldato!” ha istituito per il 12 febbraio 2010 il “Red Hand Day”, la Giornata della Mano Rossa. La data non è casuale e coincide con l’entrata in vigore del Protocollo Opzionale alla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sul coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati (Optional Protocol on Children in Armed Conflict – OPAC), già approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 25 maggio del 2000. Il Protocollo vieta la partecipazione diretta di minori di 18 anni nei conflitti armati e fissa a 18 anni l’età minima per il reclutamento anche da parte dei gruppi armati irregolari oltre che per l’arruolamento da parte delle forze armate governative. È stato ratificato da più di 130 Paesi nel mondo, inclusa l’Italia. |