Ciccioni e Palle di Lardo

Il bullismo è una forma di comportamento aggressivo con caratteristiche peculiari e distintive quali a) l'intenzionalità, b) la sistematicità, c) l'asimmetria di potere. 
Il bullismo può assumere svariate forme, alcune evidenti ed esplicite, altre sottili e sfuggenti all’osservazione degli adulti:

  • Bullismo fisico
  • Bullismo verbale
  • Bullismo indiretto

il bullismo coinvolge una quota significativa della popolazione studentesca, con differenze tra le diverse regioni, e riguarda sia i maschi che le femmine. Il bullismo decresce con il passaggio dalla scuola primaria alla scuola secondaria, ma è presente ancora dopo i 14 anni e la gravità dei singoli episodi non diminuisce. 

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha attivato mediante questa direttiva:

http://1.flcgil.stgy.it/files/pdf/20070205/bullismo-direttiva-ministeriale-16-del-5-febbraio-2007-3036562.pdf

un sito web sul bullismo

www.smontailbullo.it

dove si possono reperire materiali e strumenti operativi utili sia per i docenti che per studenti e genitori.

Inoltre è stato attivato il numero verde 800 66 96 96

La ricerca sul bullismo a Milano

Il campione comprende i dati di 59 plessi (33 elementari e 26 medie) per un totale di 10.513 alunni (5.426 maschi e 5.087 femmine) dei quali 4.406 delle scuole elementari (III, IV e V classe) e 6.107 delle scuole medie (I, II e III classe). L’età media del campione delle scuole elementari è pari a  9,5 anni, mentre per le scuole medie l’età media è pari a 12,6 anni.

Bullismo a Milano

Agli alunni delle classi che hanno aderito alla proposta, è stato chiesto di compilare un questionario composto da tre parti:

  1. “La mia vita a scuola - Durante questa settimana un altro mi ha…” (azioni di bullismo subite)
  2.  “La mia vita a scuola - Durante questa settimana io ho…”  (azioni di bullismo agite)
  3. Le prepotenze tra bambini/ragazzi a scuola (bullismo e intervento da parte di insegnanti e compagni)

Si sono effettuate delle rilevazioni anche di tipo qualitativo con alunni e genitori attraverso la metodologia dei focus-group

Dall’analisi dei dati il bullismo risulta molto diffuso sia nelle scuole elementari che nelle scuole medie inferiori cittadine. Addirittura un bambino su due dichiara di subire, infatti, prepotenze durante la permanenza nella scuola elementare, mentre nelle scuole medie abbiamo un ragazzo vittimizzato ogni tre. Dagli studi compiuti nello scorso decennio sappiamo però che la gravità dei singoli episodi non diminuisce nel corso degli anni, come rilevano anche le cronache cittadine che riportano periodicamente i casi più gravi accaduti nelle scuole medie.
La considerazione simultanea dei dati riguardanti gli alunni che subiscono e mettono in atto prepotenze risulta molto interessante. Infatti il numero degli studenti coinvolti nel bullismo a scuola raggiunge cifre allarmanti, rispettivamente il 64% alle scuole elementari e il 50% alle medie. Si potrebbe pensare che quello che accade ad una maggioranza sia anche “normale”. Nel caso del bullismo questo ragionamento non è applicabile. Infatti i bulli hanno maggiori probabilità di rimanere imprigionati in una carriera deviante che li porterà in molti casi ad avere problemi con le droghe e la giustizia prima dei 24 anni. Invece chi subisce ripetutamente prepotenze a scuola sviluppa, in misura maggiore rispetto ai compagni non coinvolti nel bullismo, malesseri somatici e disturbi emotivi anche gravi.

La ricerca qualitativa mostra che quasi la metà degli insegnanti ha difficoltà a riconoscere atti di bullismo che accadono nella propria classe. Allo stesso tempo, anche i genitori evidenziano delle difficoltà sia nell’avere un dialogo con i propri figli sia nell’aiutarli a trovare modalità di intervento adeguate. Ritengono inoltre di essere tenuti poco in considerazione dai ragazzi stessi per quanto concerne gli insegnamenti educativi mentre, in caso di gravi situazioni di prevaricazione, accolgono spesso la richiesta di aiuto da parte dei figli quando ormai la situazione diventa insostenibile. L’azione dei genitori, a questo punto, segue spesso una logica di allontanamento e di espulsione.

Quali considerazioni si possono fare?

È necessario prevedere programmi di prevenzione in grado di promuovere capacità relazionali nel rispetto di sé e degli altri. In particolare, poiché il bullismo è più diffuso e meno grave nelle scuole elementari, è proprio in quest’epoca che è più utile avviare programmi di prevenzione per evitare che il modello di comportamento aggressivo, tipico del bullismo, diventi una modalità preferenziale di relazione tra i ragazzi.
L’indagine mostra che i veri esperti di bullismo sono i ragazzi stessi: sanno individuare le peculiarità e le caratteristiche del fenomeno e sono a conoscenza di ciò che avviene nella classe. Questo “sapere” si traduce con difficoltà in un “saper fare”: in altre parole i ragazzi non dispongono della competenza necessaria ad intervenire efficacemente per difendere un compagno o se stessi.
L’azione educativa di una scuola attenta ai bisogni degli allievi dovrebbe tenere conto di queste evidenze e garantire un intervento continuato, strutturato e qualificato a livello di scuola. L’intervento dovrebbe prevedere:

    • Maggiore informazione che possa tradursi in aumentata sensibilità rispetto al fenomeno e in una migliore capacità di osservazione e discriminazione di situazioni di prevaricazione e prepotenza.
    • Integrazione di diversi ruoli professionali affinché ci possa essere un monitoraggio in classe e negli spazi comuni. Questo significa anche poter qualificare maggiormente il tempo che i bambini trascorrono a scuola e che comprende anche momenti come l’intervallo, lo spazio-mensa, ecc. Diversi studiosi indicano come uno dei primi interventi anti-bullismo, l’incremento della vigilanza del personale docente e non-docente sugli alunni.
    • Programmi specifici rivolti agli alunniperché possano apprendere strategie utilizzabili in caso di bullismo e perché possano sviluppare le competenze relazionali necessarie per instaurare rapporti basati sul rispetto di sé e degli altri e sull’empatia.
    • Coinvolgimento dei genitori come parte attiva di un progetto educativo più ampio.

     

    Tratto da:

    Bullismo a Milano. Rilevazione del fenomeno del bullismo nelle scuole elementari e medie che hanno aderito al progetto “Stop al Bullismo”.

    A cura di Nicola Iannaccone, Federico Colombo, Stefania Di Domizio, Ilaria Veronesi.
    ASL Città di Milano, marzo 2004. 



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