Si intende con la dicitura "scuola a tempo pieno" una particolare organizzazione pedagogico-didattica-culturale della scuola primaria italiana. Le prime esperienze di tempo pieno, a Torino, iniziano negli anni 1968/69. Sono all'inizio organizzazioni legate al fatto che il tempo del mattino, secondo alcuni, non basta più per fare la scuola adeguata ai bambini, alle loro esigenze di apprendimento e soprattutto alle esigenze lavorative dei genitori e delle maestre. Così al pomeriggio alcuni insegnanti con le loro classi, si ritrovano per discutere, dipingere, stampare giornalini, dedicarsi a quelle attività non concluse o non sufficientemente approfondite al mattino. Nel 1969/70 vengono coinvolti nelle attività pomeridiane gli insegnanti di doposcuola comunali. La novità consiste nel fatto che la proposta di scuola al pomeriggio viene fatta a tutti gli alunni della stessa classe e non ad alunni provenienti da classi diverse. Dal 1970/71 alcune classi iniziano a lavorare a tempo pieno. Dal 1971/72 con la Legge 820 in alcune classi lavorano due insegnanti statali. In pochi anni il modello si diffonde e già dal 1977/78 esistono, a Torino, intere scuole organizzate a tempo pieno.
La scuola a tempo pieno funziona per 40 ore settimanali, dal lunedì al venerdì.
I punti forza del modello vanno individuati: - nella giustificazione pedagogico-didattica e culturale, mai esclusivamente assistenziale, del tempo pieno;
- nell'accettazione reale di tutti i bambini, nessuno escluso;
- nella concezione unitaria della giornata scolastica, la cui articolazione è studiata tenendo conto di tutte le esigenze fondamentali dei bambini dai 6 agli 11 anni (compresi il gioco, il divertimento, il cibo);
- nella ricerca continua di un adeguamento dell'istituzione scolastica alle diverse modalità di relazione e di apprendimento dei bambini;
- nel doppio organico degli insegnanti che rende possibile una vera contitolarità e ostacola di conseguenza qualunque gerarchizzazione tra discipline;
- nella programmazione a livello di circolo, interclasse e classe e nella corrispondente attività di verifica (tra insegnanti, bambini e genitori)
- nell'incremento dei livelli di professionalità degli insegnanti, anche attraverso attività di aggiornamento permanente;
- nel rapporto costante di comunicazione e confronto costruttivo con le famiglie;
- nell'apertura al territorio, non casuale, ma organicamente programmata.
Come lavorano gli insegnanti In ogni classe lavorano due insegnanti contitolari che si alternano al mattino e al pomeriggio con orari stabiliti in interclasse sulla base delle esigenze derivate dall'organizzazione dell'attività di classe e di interclasse. Gli insegnanti avevano due ore di compresenza ciascuno, nelle quali erano quindi presenti contemporaneamente in classe, ora abolite dalla Legge 169/2008. L'attività didattica prevede: - momenti di lavoro in classe (gli insegnanti operano per aree disciplinari, con una suddivisione di compiti che tiene conto, in genere, di attitudini e competenze specifiche);
- momenti di lavoro in piccolo gruppo, di classe o di interclasse, per attività di lavoro in laboratorio (scienze, informatica, matematica, storia, musica, pittura...), il lavoro può essere di approfondimento, di recupero, di ricerca;
- momenti di lavoro con singoli bambini per il recupero di abilità specifiche. Gli insegnanti programmano, operano, verificano collegialmente in momenti specifici:
- con il contitolare ed eventualmente con l'insegnante di sostegno (incontri tra contitolari);
- con i colleghi di interclasse (incontri di interclasse);
- con tutti i colleghi della scuola (Collegio Docenti).
L'orario degli insegnanti è di 22 ore di docenza e 2 ore per le attività di programmazione di classe e di interclasse. Il modello organizzativo del tempo pieno è stato alla base di analoghi modelli organizzativi nella Scuola dell'Infanzia.
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